Pensateci bene

11.05.20 by Giorgia e Cosimo

Negli ultimi tempi quando si parla di maternità in un verso o nell’altro si arriva a parlare della salute del nascituro come se fosse quella la cosa più importante. Senza la salute allora no. Senza la salute non ne vale la pena. Ed è così che si spaventano le giovani - e meno giovani - coppie ed è così che si arriva a pensare che ci sia coraggio, oggi, a scegliere la vita sopra ogni cosa.

Quando a gennaio 2017, dopo una bruttissima settimana in ospedale dove scoprimmo che Chiara aveva dei problemi di salute, entrando nell’ambulatorio del ginecologo specialista delle varie sindromi avevo una certezza: Chiara stava combattendo per vivere.Questa certezza dava forza anche a me. Questa certezza dava forza anche a Cosimo. Noi eravamo sicuri, l’avremmo accompagnata passo passo, dentro e fuori dalla pancia.

Dopo una miriade di visite, mi sentivo sopraffatta e decisi che per le chiacchere e le supposizioni non c’era più posto. Volevo pace e silenzio. Volevo tranquillità. Volevo guardare vestitini nei negozi, volevo montare una culla, volevo mangiare patatine fritte sdraiata sul divano a vedere serie tv, volevo fare lunghe passeggiate lungo il fiume e non stare rinchiusa in una sala d’attesa quasi ogni giorno. Volevo godermi questo dono come ogni altra donna incinta.

Facemmo il Test del DNA.

Non dimenticherò mai la telefonata che mi fece il dottore: “Il test ha escluso la Sindrome di Turner ma ha confermato al 99,8% la Sindrome di Down ed è una bambina.” - “ Grazie dottore, ci vediamo domani!”, risposi.

Non so spiegarlo ma questo risultato ci rasserenò, c’erano molte meno probabilità che morisse nella pancia. Pensammo a tutti i lati positivi. Volevamo mandare pensieri positivi alla nostra piccolina. Se il suo cuore si fosse rafforzato sarebbe andato tutto bene; e il cuore si rafforzò. Gioia.

Credo che la cosa che ci spaventasse di più fosse il non sapere la reazione delle persone che ci stavano intorno nel momento in cui avremmo detto “Sappiamo che è una bimba, e che ha un piccolo cromosoma in più!!”.

Come l’avremmo detto ai nostri genitori, ma sopratutto come avrebbero reagito?…e gli amici?

Chiesi aiuto anche ad un’amica psicologa che per settimane mi ascoltò passandomi fazzoletti su fazzoletti. Io piangevo lei mi ascoltava in silenzio. Io piangevo non perché ero triste, ma perché ero felice di essere incinta e sentivo il peso degli occhi della società su di me. Sulle aspettative che la maternità porta. Ma non solo, una volta nata, l’avrebbero accettata? La gente da una donna incinta si aspetta salute e benessere. E da me cosa si dovevano aspettare?

Mia nonna mi diede la risposta: “ non ti ho mai vista così serena e bella!”. Questa piccola frase mi diede più forza. Grazie a Dio, ho intuito che quello che io posso donare è il mio amore e la mia comprensione. Di fronte al medico che ci disse di essere al nostro fianco qualsiasi cosa avessimo deciso, noi dicemmo “Andiamo avanti! Non abbiamo nulla da temere!” .

La vita è più forte della morte, sempre!

Anche se quel nostro futuro era incerto, noi ci credevamo e ci crediamo anche oggi che Chiara è tra le nostre braccia.

Però poi da qualcuno quella frase è arrivata comunque, quel “pensateci bene” ci è piombato addosso come un macigno.

Ma scusa a cosa dobbiamo pensare? Ad abortire? Si la scrivo questa parola perché purtroppo esiste e certe volte viene presa per la via più veloce per uscire da un “problema” e te la offrono come se fosse una caramella dolce, ed invece è amara! Mi potreste dire che scrivo di una cosa che non conosco, che da molti anni è un diritto delle donne ( anche se la legge prima di tutto garantisce piena assistenza alle donne per far si che sia sostenuta anche economicamente a vivere la gravidanza e poi con aiuti dopo la nascita)…avreste ragione, se non fosse che qualcuno, guardando Chiara negli occhi, si voltò verso di me e mi disse “se fossi stata al tuo posto avrei abortito”. Rimasi talmente di stucco che non ebbi la forza di replicare. Ma questa cosa non mi va proprio giù!

Tornando a casa quel giorno mi sono fatta tante domande.

Ma tu lo sai che musica fa un cuore che batte? Ma tu lo sai che la vita non è solo bianca e nera ed è piena di sfumature come l’alba o il tramonto?

Non ci serve pensare, ci viene naturale scegliere lei.

Ci sono frasi tipo questa che per chi non ha la tua stessa forza, il tuo stesso affidamento al Cielo, pesano tanto, troppo.

Mi sono accorta, conoscendo anche altre coppie che molto spesso siamo soli davanti alle scelte della vita, che molto spesso alcuni medici non ti sanno parlare nel modo giusto, alcuni se ne lavano le mani e molto spesso ignorano molti aspetti, e uno, lasciato solo si spaventa.

Una ragazza mi ha detto che aveva scelto l’aborto terapeutico ormai a cose fatte perchè ha avuto paura di perdere la mia amicizia, ma si è accorta che io, non ci pensavo nemmeno a giudicarla ma le sono stata vicina come credo che sia la cosa giusta da fare, sapevo che aveva bisogno di me anche se non me lo aveva chiesto, io ero li e sono qui tutte le volte che ha bisogno a sostenerla con la mia preghiera, a camminare insieme a lei.

Io sono super convinta che da ogni situazione si possa guarire e rinascere, solo se io per prima porto l’amore gratuito che mi è stato donato ed insegnato. Non a caso quel “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” è uno dei passi dei Vangeli che preferisco.

Capita spesso, quando incontro nuove persone che mi venga rivolta, a volte con titubanza, questa domanda: “ ma tu..lo sapevi?”, ecco, devo ammettere che provo un po’ di fastidio, ma credo anche che sia fondamentale dare una risposta chiara.

A queste domande, non vogliamo rispondere solo con il nostro si, vogliamo portare le persone che ce lo stanno chiedendo a capire la nostra scelta per il semplice fatto che un domani ci si potrebbero trovare loro in quella situazione e non voglio che si sentano soli e spaventati.

Il Santo Padre ha chiesto a tutti i cristiani di mettersi a servizio gli uni verso gli altri e credo che anche scrivere un blog, per quanto piccolo o grande possa essere, e dare testimonianza sulla propria esperienza di vita sia mettersi a servizio del prossimo.

Io non conosco tutte le persone che leggono i nostri blog, non so se piace quello che scrivo, ma in fondo non importa; importa che io possa, attraverso le mie parole arrivare a trasmettere qualcosa.

“L’importante nella vita non è fare qualcosa ma nascere e lasciarsi amare” - Chiara Corbella Petrillo -

Non ho scelto questa frase a caso, nulla è a caso, Chiara non è morta per caso (se non conoscete la sua storia andatela a leggere di corsa), Chiara, la mia Chiara, non è nata per caso ma perché Dio l’ha pensata per noi così com’è!!!! Sindrome di Down compresa e vi dirò di più, sono convinta che se non avesse la Sindrome, Chiara non sarebbe lei, non avrebbe tutte le caratteristiche che la rendono lei, unica, inimitabile, insostituibile perché - e qui riprendo un discorso di Don Fabio Rosini - noi nasciamo per fare delle cose che solo noi, ripeto, solo noi possiamo fare a questo mondo. Ci sono persone che solo noi possiamo amare, ci sono momenti che solo noi dobbiamo vivere. Tutti siamo stati pensati così, incasinati e persi ma amati da sempre e per sempre.

Con questa convinzione rispondo a tutti quelli che mi chiedono se lo sapevo, si mi ci sono buttata in questa vita con Chiara, con la mano stretta a Cosimo ci siamo fidati, ci stiamo affidando alla Provvidenza.

A poco più di un mese dal terzo compleanno di Chiara posso solo dire che è stupefacente, che quel cento volte tanto arriva si con le persecuzioni, ma le mette in secondo piano, perché è questo che fa l’Amore.