Giorgia, San Giorgio e il drago

23.04.20 by Giorgia e Cosimo

Mi brillano gli occhi tanto questo articolo nasce d’impeto. Sono qui che aspetto che il primo pane fatto in casa con il lievito madre si cuocia nel forno e penso al Santo del giorno…che oggi è il mio: San Giorgio Martire!

Mi è sempre stato detto che i Santi di cui portiamo il nome, aiutano i nostri angeli custodi perché l’angelo custode ci è stato dato dal cielo mentre il nome c’è stato dato dai nostri genitori e, come nulla è a caso nella nostra vita mi sa che ci hanno “beccato” alla grande!

Ma andiamo con ordine chi di voi conosce San Giorgio e la sua storia?

Originario della Cappadocia (regione che si trova in Turchia), era un soldato sotto l’imperatore Diocleziano. Al suo rifiuto di sacrificio davanti agli dei, si professò cristiano e fu torturato per molti anni. Giorgio, fu tagliato in due da una ruota ma il Signore lo resuscitò per far convertire l’imperatrice Alessandra, mentre la leggenda narra che Giorgio salvò una o più città alla mercé di un drago al quale la popolazione era costretta a fare sacrifici, facendoli convertire al cristianesimo. Morì decapitato, sempre sotto Diocleziano, il 23 Aprile 303. La sua venerazione ha preso piede molto velocemente del Medioevo perché fu preso d’esempio dai cavalieri, infatti la sua croce rossa su sfondo bianco è stata adottata dai Templari e la sua protezione invocata da molte città e Paesi.

Quello che però ci deve colpire della sua vita è stata la sua capacità di giovane cristiano di non tirarsi indietro, di testimoniare in piena libertà la sua fede in Gesù, soffrendo e donando la sua vita.

Ho sempre pensato che il “drago” fossero le difficoltà generali della vita e che San Giorgio mi avrebbe aiutato a superarle. Quando è arrivata Chiara ho capito che il “drago” non sarebbero state le semplici difficoltà e non sarebbe stata neanche la Sindrome di Down ma sarebbero state tutte quelle occhiate, tutte quelle frasi, tutte le incomprensioni che sarebbero sorte da lì in avanti. Mi sarebbe servito tutto il coraggio “cavalleresco” che San Giorgio poteva darmi e che mi aveva già dato in altre occasioni.

Voi la conoscete la storia del vostro Santo?

Conoscere la storia del proprio Santo è fondamentale perché per noi cristiani la frase “non so a che Santo rivolgermi” non sussiste! Bisogna che ce lo ricordiamo tutte le volte – e non solo – che siamo nei casini. Bisogna ricordarsi che i Santi si distinguono da noi per il fatto che hanno dato tutto, si sono fidati davvero del loro Creatore, che hanno creduto veramente in tutti i “non temere, io sono con voi” nella Parola di Dio, e sono stati ricompensati…e a noi cosa ci frena? Come si chiamano le nostre paure? Diamo un nome alle nostre paure, affrontiamole pregando, sopratutto rivolgiamoci al nostro Santo che può intercedere per noi presso il grande Capo.

Non vi posso garantire che andrà tutto bene ma sicuramente non ci sentiremo totalmente soli sulla barca della nostra vita.

Nella mia vita, con l’arrivo di Chiara, non mi sono mai chiesta il perché, ma ho incominciato a domandarmi “Cosa vuoi che io faccia, Signore? Cosa vuoi da me? Chi vuoi farmi incontrare attraverso Chiara?”. Sono passati quasi tre anni e non vi dico quante vite abbiamo sfiorato, in quante case siamo entrati in punta di piedi, in quante confidenze siamo i custodi e non oso immaginare quanti bambini sono nati da coppie che hanno visto Chiara e si sono fidati, un altro figlio l’hanno fatto senza paura. Ho davvero ricevuto messaggi tipo “ Giorgia smettila di mandare foto di Chiara che se no salto addosso a mio marito! “ e per onore di cronaca io ho risposto “ perché? Di che hai paura..della vita?”.

Se dal seme che muore nasce vita, allora ho sotterrato la paura di avere una figlia che per la società purtroppo ancora non era e non è “valida” e ho fatto nascere la forza di combattere per lei una battaglia che non ci dovrebbe neanche essere, ho tirato fuori la mia capacità di scrivere e sono qui, a scrivere su due blog i “fatti miei” per dare un messaggio positivo a tutti.

Se state leggendo e state pensando che voi portate un nome senza Santo, nulla vi freni per vivere e pregare per diventare voi stessi quel Santo! Dio ci chiama tutti alla santità attraverso le nostre vocazioni! Come dice Don Fabio Rosini, senza ognuno di noi non si può fare nulla, perché ci sono persone che Lui può amare solo attraverso la nostra vita.

Dobbiamo concentrarci davvero ad essere come quel lievito madre che mi ha aiutato a fare il pane oggi. Iniziamo a fermentare, a trasformare il mondo come hanno fatto i Santi e aiutiamoci vicendevolmente a testimoniare il Suo grande amore per noi!