In questo articolo cerchiamo di sfatare un altro pregiudizio! Siete pronti? Bene!
Le persone con Sindrome di Down possono imparare a parlare, oltre alla propria, una, due, tre o chi più ne ha, più ne metta lingue straniere, anche se alle volte presentano difficoltà di linguaggio e di apprendimento dello stesso!
Certo, come tutti c’è chi è più incline ad imparare una lingua piuttosto che un’altra ma è stato provato da varie ricerche che fin dal grembo materno tutti impariamo suoni che possono provenire dalla nostra lingua o da quelle straniere e le persone con la Sindrome non sono da meno.
Quando è nata Chiara, conoscevamo già Karin, una nostra amica italiana anche lei espatriata in Austria, da sempre appassionata di lingue, ha fatto del multilinguismo il suo lavoro ed è sempre un piacere andare ai suoi incontri. Abbiamo iniziato a seguire i suoi Workshop telematici e a partecipare alle serate che organizzava per parlare di come aiutare i propri figli a muovere i primi passi in questo mondo meraviglioso senza che questo diventi stressante per tutta la famiglia.
Molti professionisti, vedono le difficoltà che possono avere questi bambini e consigliano di utilizzare solo una lingua ma le ricerche fatte in questi anni, evidenziano proprio il fatto che il bilinguismo o il multilinguismo non compromettono lo sviluppo della lingua dominante, sopratutto quando sono utilizzate in modo intensivo e costante.
A questo punto veniamo a Chiara e alla nostra esperienza. Come tutti i neonati, era a casa con noi e quindi immersa nella lingua italiana, ad un anno circa, le sue prime paroline sono state “papà”, “aua”, “mamma”. Mi ricordo che diceva “mamma” per qualsiasi cosa!
Quando aveva circa un anno e mezzo abbiamo iniziato a cercare un asilo nido non per una nostra esigenza ma perché essendo all’estero volevamo introdurle il tedesco il prima possibile per far si che partisse la sua integrazione linguistica e sociale in un gruppetto di suoi simili. Ad inizio settembre 2018 avevamo trovato un asilo che poco dopo ha chiuso per questioni di documentazione non in ordine e quindi iniziammo a bussare alla porta di quello dove si trova adesso. Ottenemmo un colloquio, ci dissero che non c’era un posto disponibile per lei ma che l’avrebbero messa in lista d’attesa; a febbraio 2019 ricevemmo la telefonata! C’era posto per Chiara nel gruppo tedesco-inglese a partire da marzo! Non abbiamo esitato a dire il nostro si, sostenuti anche dalle conoscenze e dal supporto di Karin. Per maggio tornò a casa con la sua prima parola in tedesco: nein!
Ma il vero passo in avanti c’è stato, sia in italiano che in tedesco a gennaio di quest’anno, quando ha iniziato a camminare da sola poco prima della nascita di Pietro. Da quella sera in poi è stato un susseguirsi di parole nuove in entrambe le lingue! Siamo stati pazienti, costanti e alle volte monotoni per lei, che ci guardava come se si stesse chiedendo se fosse possibile che noi conoscessimo solo le parole “cane”, “cagna” e “cagnolino” per una settimana oppure che io le ripetessi tutti i pomeriggi “ divano”, “tavolo” e “sedia” per la settimana successiva.
Adesso a quasi 3 anni e mezzo, riesce ad accoppiare due, tre parole in tutte e tre le lingue. In inglese dice “see you tomorrow” e altre paroline ma si vede che il tedesco e l’italiano la fanno da padroni. Delle volte mischia la parola, come per esempio “giacca” è “giakke”(in tedesco è Jacke) oppure “mucca” è “kukka” (in tedesco è Kuh). Una cosa bellissima e buffissima che Chiara fa è quella che ha iniziato a dire delle parole nella lingua in cui preferisce dirla forse perché si trova meglio ad esprimersi. Quindi per dire per favore dice “bitte” o per dire che ha finito dice “fertig” ed ovviamente quando si parla di cibo a parte le sue amate “zuppe” (all’asilo mangia sempre la zuppa e poi un piatto unico) non poteva che esprimersi in italiano.
La nostra esperienza in questo mondo divertente è appena iniziata e non vediamo l’ora di lasciarci stupire da quello che dirà in futuro! A voi colleghi genitori ci sentiamo di dirvi, non abbiate paura di far imparare più lingue ai vostri bambini! Non lasciatevi influenzare da falsi pregiudizi, Chiara è la dimostrazione che si può crescere con più di una lingua anche con la Sindrome!
Per maggiori informazioni sul lavoro di Karin vi lasciamo qui il link al blog suo blog: Multilingual Garden